Ambiente ipogeo terme romane di Monfalcone

Terme romane di Monfalcone

Il territorio definito nell’antichità Lacus Timavi era noto per la presenza di acque solforose che ancora oggi sgorgano dal sottosuoloe sono sfruttate dai moderni impianti termali di Monfalcone.
La principale fonte, con temperatura attorno ai 40°, si trovava nella parte occidentale della maggiore delle insulae clarae, piccole isole che in epoca romana erano prospicientil’area costiera delle Bocche del Timavo. Quest’isola, caratterizzata da due alture unite da un istmo, sembrava dividersi in due parti al salire della marea; la più grande di esse in età moderna prese il nome di collina di Sant’Antonio, l’altra, dove sgorgava una polla di acqua termale più tiepida, era chiamata isola della Punta.
Oggi queste isole si trovano completamente interrate sia a causa del progressivo impaludamento dell’area costiera sia a causa delle bonifiche realizzate dall’uomo.
Nonostante il fatto che non si fosse mai persa memoria della presenza delle terme antiche e nonostante le numerose ricerche scientifiche condotte nell’area dalla fine dell’Ottocento, è ancora difficile ricostruire l’effettiva articolazione ed estensione dell’impianto termale di epoca romana, a causa della continua sovrapposizione di altri edifici con la medesima funzione nel corso dei secoli.
Gli scavi condotti nell’area nel 1911 portarono alla scoperta di vani pavimentati in cotto e in parte affrescati e di una corte delimitata su due lati da un portico. Altre più recenti indagini archeologiche hanno apportato nuovi dati alla comprensione delle antiche terme, che furono attive tra la fine del I secolo a.C. e il III secolo d.C.
Di notevole interesse è la scoperta di una statuetta in marmo di un Erote dormiente che probabilmente faceva parte dell’apparato decorativo del complesso termale.