Villa di via delle Mandrie
L’edificio, indagato tra il 1990 e il 1997, era costituito da un corpo principale articolato su più livelli unito a due strutture laterali che si aprivano su un cortile centrale, così da far assumere alla pianta una conformazione a U.
Gli scavi hanno messo in luce due fasi di edificazione e utilizzo della villa in un arco di tempo che va dalla seconda metà del I secolo a.C. al III secolo d.C. L’abitazione, che in base ai materiali edilizi impiegati (tessere musive, lastrine in marmo, intonaci dipinti, tubuli da riscaldamento, e frammenti di lastre da finestra in vetro), doveva certamente essere una residenza di pregio, caratterizzata da ambienti residenziali, produttivi e termali, ed era probabilmente collegata ad una piccola darsena.
Questa consentiva l’arrivo di beni e merci anche via mare.
La documentazione archeologica e quella archeozoologica indicano che tra le attività economiche svolte nella parte rusticadella villa avevano particolare rilevanza quelle dell’allevamento ovino e della produzione di lana.